CASCINA BEL COLLE
Vesime (AT)
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" Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti."
Cesare Pavese - La luna e i falò (1950)
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Terra di vigne e di boschi, ma anche di importanti laboratori artigianali, soprattutto fabbricazione di sedie e di piccole industrie, Vesime è di antiche origini romane.
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Secondo lo storico albese Eusebio, Vesime era una mansio con alloggi e ricoveri per i viaggiatori, che veniva indicata, secondo l'uso romano, con ad vigesimum lapidem (la ventesima pietra miliare da Acqui Terme). Successivamente l'indicazione fu contratta in Vigesimum, Vecimum,Vesimumn, Vexime, e infine Vesime.
Il territorio di Vesime era già abitato dai Liguri e dai Romani, che costruirono la strada che conduceva da Acqui Terme ad Alba, su cui si trovava l'antico nucleo abitativo di Vesime, in origine un albergo per il ricovero dei viaggiatori.
All'inizio del Duecento Vesime è possedimento dei Marchesi Del Carretto e nel 1209 si parla in un documento del castello di Vesime, venduto al comune di Asti.
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Nel 1413 subentrano gli Asinari che vendono Vesime al banchiere astigiano Giovanni Scarampi per 24.000 fiorini. A tal proposito sotto il porticato a colonne della sede del municipio si può ancora vedere uno stemma lapideo attribuibile alla famiglia Scarampi come confermato dal confronto con il blasone della famiglia astigiana.
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Il Castello di Vesime è oggetto di molti passaggi di proprietà nel corso dei secoli, fino a quando gli Spagnoli ne distruggono l'interno e parte delle mura nel 1644.
Nel 1708 Vesime passa sotto il dominio di Vittorio Amedeo II di Savoia.
Nel 1723 è documentata l'esistenza di una vera e propria industria per la filatura della seta con venti fornelletti e due concerie a conduzione familiare.
Nel paese veniva anche prodotto olio d'oliva e di noci e importante era la produzione di zafferano, utile per la tintura delle stoffe.
Durante l'occupazione napoleonica viene introdotta anche la coltivazione della patata, pressoché sconosciuta fino a quel momento.
Nel 1856 viene concesso a Vesime di diventare sede di mercato, mentre solo nel 1922 ha inizio la costruzione del nuovo ponte terminato nel 1923.
Nel 1944 sul territorio di Vesime funzionava un campo di aviazione utilizzato dagli Alleati per scopi bellici,la denominazione in codice era "Excelsior".
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La robiola, produzione di pregio di Vesime, è protagonista di una mostra-mercato con degustazione che ha luogo la seconda domenica di giugno.
Inoltre, è viva la tradizione del cappone, oggetto di contrattazioni alla Fiera di Santa Lucia (13 dicembre): la “Fiera del Cappone” è l’unica del genere ancora attiva in tutta la Langa e il Monferrato. D’estate, in agosto, sono di scena i ravioli del plin, confezionati a mano e distribuiti dalla Pro Loco.

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L'edificio che oggi ospita gli uffici comunali è l'unico palazzotto medioevale perfettamente conservato della Langa Astigiana, con il portico al piano terreno ad archi gotici sorretti da tozze colonne in pietra arenaria a rocchi sormontate da capitelli del XIV secolo, raffiguranti immagini geometriche e volute vegetali.
All'interno, alcune bacheche accolgono i reperti archeologici romani e paleocristiani rinvenuti durante gli scavi in paese; inoltre è conservata una delle numerose statue-stele in arenaria che ornavano un tempo i filare della vigna di Ca'd Camungein: semplici figure scolpite - in forma maschile o femminile - con chiaro accenno a riti ancestrali di fertilità che il cristianesimo contadino ha ereditato dalla tradizione pagana.

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Antichi documenti attestano che la Pieve, attorno alla quale fu costruito il primo nucleo del paese, esisteva già prima dell’anno 1000. Un documento datato 17 aprile 978 evidenzia che l’Imperatore Ottone II aveva concesso al Vescovo di Acqui il possesso della Pieve di Veximo, con tre miglia di terreno intorno. La concessione venne successivamente confermata da Ottone III il 20 aprile 996.
La Pieve, citata anche in altri documenti, fu devastata durante le molteplici guerre e invasioni dell’alto Medioevo e venne ricostruita alla fine del 1200 dai Marchesi del Carretto.
Una descrizione della Chiesa della Pieve, prima che fosse costruita la nuova facciata ed ampliata la navata sinistra, è presente nei verbali della visita pastorale del 26 settembre 1609 di Monsignor Camillo Beccio. Il Cristo Pantocrate che si intravede ancora oggi nella volta della cappella maggiore, è testimonianza di una decorazione quattro-cinquecentesca.
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Nel pavimento a sinistra dell’altare sono sepolti tre preti: Don Marone morto nel 1719, Don Cauda morto nel 1733 e Don Ferreri morto nel 1828.
In un verbale della visita pastorale di Mons. Giambattista Roero del 6-7 agosto 1728 troviamo citato, per la prima volta, il campanile con una sola campana. Il parroco Don Giovanni Battista Serassio (1858-1878) fece ampliare la navata di sinistra. L’ampliamento fu proseguito nel 1884 dall’Arciprete Don Rossetti fino alla facciata aprendo la porta laterale sinistra sullo stile barocco preesistente e, per simmetria, costruì la porta laterale destra cieca e chiusa con un muro.
Nel 1939 i fratelli Angelo e Luigi Murialdi di Vesime permisero il restauro della
simmetria, costruì la porta laterale destra cieca e chiusa con un muro.
La facciata fu intonacata nel 1891. Nel centro era dipinta una stella raggiante a cinque punte con l’occhio del Signore.
Nel 1939 i fratelli Angelo e Luigi Murialdi di Vesime permisero il restauro della facciata dell’antica Pieve. Il restauro totale della Pieve e del campanile avvennero negli anni 1980-85.
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Le prime notizie relative alla Chiesa di S. Martino, si hanno a partire dal 1229, quando, dopo la pestilenza che distrasse buona parte della popolazione vesimese, che abitualmente viveva intorno alla Pieve (odierno Cimitero), ci fu una migrazione della popolazione stessa verso il castello e la pianura sottostante, dove si andò formando un borgo cinto da mura: lì venne costruita la prima Chiesa con la facciata rivolta a ponente e l'altare a levante, come prescriveva la liturgia medioevale.
Questa Chiesa fu dapprima padronale (di proprietà del feudatario) e molto tempo dopo (sec. XVI) diventò parrocchiale.
Ai parroci di Vesime fu dato il titolo di Arciprete; le bolle pontifìcie per l'investitura del Parroco, venivano spedite con il titolo di "Parrocchia di Maria Vergine della Pieve e di S. Martino Vescovo"
Il Campanile fu fatto costruire dall'Arciprete don Pietro Antonio Colla.
E' lo stesso che tuttora è conservato, ma era assai più basso dell’attuale. La costruzione del campanile ci è ricordata da una lapide che tuttora si può leggere dalla scaletta di servizio del Municipio.
Il 23 febbraio 1887 una scossa di terremoto danneggiò gravemente la Chiesa parrocchiale, rendendola inservibile. Per vari anni le funzioni religiose furono celebrate nella Chiesa della Confraternita dei Battuti, che poteva contenere solo un terzo dei fedeli.
Il patrono della Chiesa, il conte Enrico Baudi di Selve e Vesme pur avendo promesso le riparazioni era tuttavia insolvente. La Fabriceria non aveva fondi.
Per la costruzione della nuova Chiesa il Parroco don G.B.Rossetti propose la vendita di una parte dei beni parrocchiali.La spesa preventivata dall'ing. Pietro Saccarelli era di £ 42.000- Don Rossetti si dichiarò disposto a versare £.20.000, promise inoltre £ 10.000 che sarebbero state versate da una persona "benemerita" del paese; il Comune avrebbe versato le rimanenti £.12.000.
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Il 7 settembre 1890 il Consiglio Comunale deliberò la costruzione della nuova Chiesa, che venne consacrata nel 1898 con il titolo di Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine Assunta e S. Martino.
All'interno della nuova chiesa troviamo una pala di Rodolfo Morgari (Torino 1827-1909) ottimo lavoro che rappresenta l'Assunzione di Maria Vergine ed i Santi Guido e Martino donata dalle signore Carolina Colonna e Luigina Pola, madre e fìglia, quest'ultima sposa poi dello storico di Vesime dott.Arturo Aly Belfadel. |
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L'ex Chiesa acquistata dal municipio, venne abbattuta nella parte superiore e nel muro meridionale: vennero così costruiti nella parte inferiore la sala consiliare e nella parte superiore gli uffici.
Il progetto della chiesa prevedeva anche la costruzione del campanile in fondo alla navata sinistra ma questo non fu possibile per il cedimento del terreno; viene così usato ancor oggi il campanile eretto nel XVII sec. sul sito della vecchia chiesa, attuale Municipio.
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Della Confraternita dei Disciplinanti di Vesime si parla nei registri della mensa vescovile già nel 1513, ma pare che essa esistesse già almeno nella seconda metà del 1400.
Ciò risulta da un elenco dei confratelli defunti; i nomi venivano letti dal priore durante la messa delle 7, il due novembre.
In una relazione di una visita pastorale nel 1577 si precisa che "per l'Oratorio di S. Maria, li confratelli facciano costrire la volta ed il pavimento ed imbiancare i muri". Tale oratorio corrispondeva in parte alle mura della chiesa attuale; ne fanno fede le due date, 1547 e 1548, apparse sulla parete destra durante i restauri del Ì995-97
Un primo ciclo di affreschi visibili in parte nella terza campata di sinistra illustranti le tentazioni di S. Antonio, il martirio di S. Sebastiano oltre che una probabile Annunciazione, verosimilmente ai primi decenni del 1500.
Un secondo ciclo, ben più cospicuo, comprendente 18 episodi della Passione di Cristo (di cui ci rimane, pressoché integro, il solo episodio dell'entrata in Gerusalemme) fu realizzato invece in epoca contro riformistica, tra il 1585 e il 1600.
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Lo storico acquese Gianni Rebora, nel suo pregevole saggio assegna agli anni tra il 1758 e il 1786. l'ampliamento della chiesa verso la collina e il rifacimento del frontespizio
Nel 1805 venne costruito, dal capomastro Antonio Valenti, il primo campanile della chiesa sul lato sinistro e lo stesso capomastro nel 1814 restaurò tutto l'Oratorio e costruì l'altare tuttora esistente.
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Pos |
Comune |
Distanza |
Residenti |
1 |
Cessole (AT) |
2,3 |
456 |
2 |
San Giorgio Scarampi (AT) |
3,2 |
140 |
3 |
Perletto (CN) |
4,3 |
328 |
4 |
Cossano Belbo (CN) |
4,8 |
1.071 |
5 |
Loazzolo (AT) |
5,0 |
380 |
6 |
Castino (CN) |
5,4 |
526 |
7 |
Rocchetta Belbo (CN) |
5,8 |
191 |
8 |
Olmo Gentile (AT) |
5,9 |
104 |
9 |
Roccaverano (AT) |
6,9 |
529 |
10 |
Cortemilia (CN) |
7,4 |
2.544 |
11 |
Camo (CN) |
7,5 |
238 |
12 |
Santo Stefano Belbo (CN) |
7,8 |
4.037 |
13 |
Bubbio (AT) |
8,1 |
935 |
14 |
Bosia (CN) |
9,6 |
204 |
15 |
Serole (AT) |
9,7 |
163 |
16 |
Mango (CN) |
10,2 |
1.334 |
17 |
Cassinasco (AT) |
10,2 |
592 |
18 |
Castiglione Tinella (CN) |
10,7 |
877 |
19 |
Borgomale (CN) |
10,7 |
365 |
20 |
Bergolo (CN) |
10,8 |
79 |
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* Foto e contenuti sono tratti dal sito del Comune di Vesime www.comune.vesime.at.it
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